sabato 29 ottobre 2016

Il miracolo di Renzi: 44 gatti voteranno sì...


Ma dov'è finito il suo popolo? Senza la macchina organizzativa del partito (che agli Italiani costa un occhio della testa!), oggi in piazza del Popolo non ci sarebbe praticamente nessuno. Sono più le bandiere, nuove di zecca, che le persone: molti ne agitano due insieme!
Ma dove sono gli operai, le famiglie, i giovani, le mamme, i nonni, gli zii, i precari, i co.co.co., le casalinghe, i disoccupati?
Eppure è una magnifica giornata di sole!
E' l'Italia della narrazione renziana: fatta di sagome, non di vite, di pullman non di passeggini o di biciclette, di voci non di cori, di gerarchi non di compagni.
La telecamera si concentra sul palco e quando fugacemente si rivolge al pubblico zooma sulle prime file in modo da non far percepire le dimensioni della piazza: camuffare i vuoti gonfiando i pieni.
Desolante spettacolo di fine regime.

domenica 2 ottobre 2016

Un commento sull'odierno editoriale di Scalfari che Repubblica censura... W la libertà!

Dire che il confronto lo ha vinto Renzi, per giunta con punteggio netto, significa dichiararsi ultrà renziano:  Scalfari ha fatto outing.
Il dislivello culturale era tale che, in simultanea, si sono svolte due partite: una condotta dal noto giurista che imbastiva una raffinata tela di passaggi senza trovare contrasto e si asteneva dall'andare in goal dato che la porta era sguarnita; l'altra era il classico comizio di Renzi, va da sè, senza contraddittorio (per non giocare una partita che sapeva di perdere per manifesta inferiorità), infarcita di slogan ripetuti sempre uguali, con rari contenuti ma ricca di suggestioni, ostentando una deferenza untuosa.
Due mondi troppo distanti per potersi incontrare: il problema è che Renzi, insensibile a tutte le obiezioni su cui glissa spudoratamente, sta per stravolgere la Costituzione!!!
Un fine giurista ed un venditore di tappeti: che confronto è??

mercoledì 21 settembre 2016

Grazie... Roma!


Con il M5S la politica avvicina la gente e la gente si avvicina alla politica.
Se finora la politica ha fallito è perché i cittadini si sono sentiti ripetutamente presi in giro.
Finalmente il sindaco Virginia Raggi ha pronunciato il tanto auspicato NO alle Olimpiadi del 2024: era ciò che che tutti gli italiani, non solo i romani, si aspettavano dopo che il M5S, che ha stravinto le elezioni nella Città eterna, ne aveva fatto un punto qualificante del suo programma per Roma capitale.
Perchè in democrazia, anche se purtroppo ci pare strano, funziona così: vince la maggioranza degli elettori; che hanno il diritto, una volta eletti i propri rappresentanti, di vedere rispettata la propria volontà.
E il M5S romano ha dato la dimostrazione, nonostante pressioni fortissime dei palazzinari e del governo Renzi, diretta espressione di appetiti famelici, che si fa quello che dicono i cittadini.
Dovrebbe essere una cosa scontata in un paese normale, ma per l'Italia è rivoluzionario. 
Perché da noi, dove regna la partitocrazia, si prendono i voti per poi fare l'esatto contrario di quello che si è promesso davanti ai propri elettori: vince il referendum per l'acqua pubblica e subito dopo il PD inizia a privatizzarla; si vota PD sperando che difenda il lavoro e poi ci si ritrova con la più selvaggia deregolamentazione che rende all'improvviso tutti precari; in campagna elettorale si invoca la legge sul conflitto di interessi e poi, vinte le elezioni, si fa finta di niente.
Per la prima volta perde l'élite  dei palazzinari, dei figli di papà, dei voltagabbana, dei compagnucci radical chic der quartierino, del cerchio magico di Renzi.
Vince Roma.

sabato 3 settembre 2016

Per fare l'inchino alla Merkel, il governo di Capitan Fracassa e del comandante Schettino manda l'Italia sugli scogli

Joseph Mallord William Turner “Il naufragio” (1805 – olio su tela – Londra, Tate Gallery)
L'Istat ha confermato ieri che il II trimestre 2016 si è chiuso con un tasso di crescita del Pil pari a zero: ma l'impareggiabile Pier Carlo Padoan, interpellato a Cernobbio all'annuale appuntamento dello Studio Ambrosetti, dichiara imperturbabile che il Pil è in crescita. Punto.
Un ministro dell'Economia che chiude gli occhi di fronte all'evidenza dei dati non è uno spettacolo edificante: semmai è uno spettacolo rottamante... 
A questo punto abbiamo la dimostrazione matematica che di Renzi e della sua squadra, a maggior ragione del plenipotenziario all'Economia, non ci si può fidare: in nessun senso possibile.
Se l'intento era quello di rassicurare, beh, decisamente l'effetto è di segno diametralmente opposto: genera inquietudine sapere che chi tiene la barra del timone naviga a vista e non bada più non solo ai mugugni dei viaggiatori, che si accorgono allarmati che la barca è  in secca, ma addirittura alle indicazioni della strumentazione di bordo! 

Per i passeggeri della nave "Italia" varrebbe la pena di gettarsi in acqua e urlare: "Si salvi chi può!".
Pessimo segnale anche per i mercati: non bastavano le spacconate di capitan Fracassa,  alias Matteo Renzi, adesso ci si mette Padoan a vestire i panni del comandante Schettino... 
Mandare sugli scogli il Belpaese giusto per fare l'inchino alla Merkel e farle sapere che tutto va bene madama la marchesa!
Sì, perché il senso del suo commento è proprio questo: più che agli italiani, che snobba stizzito davanti alle telecamere, il nostro ministro dell'Economia si rivolge ai tedeschi: per rassicurarli che la pacchia per loro non finisce qui. 
In sostanza con il suo ottimismo di facciata invia loro il seguente messaggio: continuate pure, grazie all'euro, a restare con un enorme surplus commerciale, a danno degli altri partners europei ed in patente violazione dei trattati europei, perché qualcosa riusciamo ancora a raccontare agli italiani per tenerli buoni nonostante la crescita zero.
E il naufragar m'è dolce in questo mare....

mercoledì 24 agosto 2016

Errare è umano ma...

Accanto allo sgomento ed al sentito cordoglio per le vittime di questa ennesima tragedia italiana, la sensazione di questi momenti è che la macchina dei soccorsi si sia mossa con forte ritardo: la prima squadra dei VVFF ha raggiunto Amatrice solo alle 7 di stamane, ovvero 3 ore e mezza dopo la scossa. Molti hanno fatto presente che i primi soccorritori erano sprovvisti di pale, guanti, quanto necessario in questi casi.
Per essere una macchina che dovrebbe essere ben rodata, la protezione civile ha mostrato imperdonabili défaillance, specie se consideriamo che le condizioni meteo sono decisamente favorevoli.
Diamo atto a quanti oggi si stanno dannando l'anima rischiando la propria incolumità fisica per prestare un soccorso più che generoso ma l'organizzazione collettiva ha certamente fallito sul piano della comunicazione: nonostante una selva di siti costituiti ad hoc per dare alle popolazioni un'informazione tempestiva, per un paio d'ore si sono quasi ignorati i contorni del sisma; fra l'altro, la maggior parte delle webcam era offline! 
Prova ne sia che per tutta la notte l'unica fonte d'informazione pubblica è stata RaiNews24 che indicava erroneamente, nel sottopancia a video, una scossa di magnitudo 6.4 nei pressi di Perugia. Siamo pure arrivati al paradosso che la conduttrice in studio tentasse di far interloquire al telefono il sindaco di Amatrice con il responsabile della Protezione Civile per la prima richiesta d'aiuto.
Consideriamo che l'area interessata è scarsamente popolata, coinvolge pochi comuni ed è situata a soli 100 chilometri dalla Capitale: la zona è sì montana, ma non particolarmente impervia.
Che cosa ci manca per non ripetere sempre gli stessi errori? Quante vite umane avremmo potuto strappare alla morte con una migliore pianificazione dei soccorsi? E' mai possibile che un ospedale che funge da punto di primo soccorso venga dichiarato inagibile??

domenica 7 agosto 2016

Il rigurgito antidemocratico di Scalfari

Anche Scalfari, nell'editoriale di oggi, non riuscendo a dimenticare i propri trascorsi fascistoidi, proprio come il piduista Cicchitto ha fatto qualche sera fa su La7 dichiara che bisogna cambiare l'Italicum perché altrimenti vince il M5S. 
La motivazione è spudoratamente eversiva: "l'ipotesi del ballottaggio è molto realistica ed estremamente pericolosa perché il sistema politico vivente non è affatto bipolare ma tripolare il che significa che in caso di ballottaggio vince il terzo e non uno dei primi due."
Intanto assegna un implicito ordine, non si sa bene in virtù di cosa, alle forze politiche in campo, in cui relega il M5S a  terzo. Perché non secondo o primo, visto che da solo raccoglie più voti dello stesso PD? Mistero!
Ma esalta tutta la sua settaria follia ritenendo che, dato che con questa legge appena approvata dal PD va a finire che vince il M5S, allora essa vada immediatamente cambiata. 
Ovvio che se premiasse il PD, allora diverrebbe la migliore legge del mondo...
Dunque, parole usate disinvoltamente come pietre, di estrema portata antidemocratica.
Come si possa costruire un dialogo sereno o costruttivo con personaggi del genere, che si dichiarano appartenenti al Partito Democratico ma che tengono una condotta squadristica sui media, resta davvero difficile da capire. 
Ecco perché non deve meravigliare se quello che pure riconosce essere il 'colpo di spugna sulla Rai', ovvero l'occupazione manu militari dei TG, viene liquidata frettolosamente a 'questione di relativa importanza'.
La sensazione è che con questi fasulli 'democratici' del PD non sia possibile alcuna forma di confronto ma che bisogna al più presto estrometterli, beninteso con la forza della democrazia, non solo dalla gestione diretta della cosa pubblica ma anche allontanarli da ogni anticamera, ballatoio, ripostiglio, strapuntino, che dir si voglia, del potere.
Vanno semplicemente mandati a casa. Non ci sono alternative.

mercoledì 3 agosto 2016

Urge governo di salvezza nazionale per uscire dall'euro

La crisi bancaria di queste settimane è l'ultimo atto di un processo di deterioramento economico in corso da due decenni e che sta conducendo all'irrilevanza di quella che fino alla fine degli anni 90 era ancora la quarta-quinta potenza industrializzata del mondo. 
Per l'Italia gli anni dell'euro sono stati anni di vera carestia.
Non staremo qui a ripercorrerne le tappe principali anche perché di pubblicazioni in merito adesso ce ne sono tantissime e la primogenitura di questo approccio non può non essere tributato al prof. Alberto Bagnai, illustre economista dell'Università di Pescara, che ha dato vita negli ultimi cinque anni ad un'opera di divulgazione di queste tematiche più unica che rara, in una parola gigantesca per complessità e chiarezza oltreche di immane fatica personale.
Quindi non c'è più neppure da interrogarsi se valga la pena o meno di uscire dalla moneta unica: quello che adesso è interessante capire è quale sia l'uscita migliore, potendo ancora evitare quella d'emergenza e la catastrofe.
Un fatto è certo: l'uscita dall'euro deve avvenire d'improvviso nel corso di un week end. 
Tuttavia va preparata con cura e massima discrezione. Per fare questo ci vuole una classe politica che abbia il pieno controllo dell'esecutivo e che abbia potuto oliare attentamente i meccanismi di trasmissione delle decisioni sulla struttura dirigenziale ed amministrativa nonché aver posto in essere i presupposti tecnici di tale scelta ineluttabile (in primis, la stampa delle nuove monete!). 
Stiamo parlando del famoso piano B, pronto per l'uso, nei mezzi e negli uomini. 
Non c'è più tempo da perdere, nè possiamo aspettare prima che i 5Stelle si affermino a livello nazionale come forza di governo: nella migliore delle ipotesi, dovrebbe passare troppo tempo ancora.
Anche perché, dopo un'eventuale vittoria dei 5Stelle, occorrerebbe una preparazione di almeno 6-12 mesi. 
L'alternativa più realistica e valida è mandare a casa Renzi già ad ottobre e dare vita, pure con il sostegno dei 5Stelle, ad un governo di salvezza nazionale che abbia in omissis un solo vero punto all'odg: il recupero della sovranità monetaria.
Ciò comporta, in queste ore e nelle prossime settimane, di dare vita ad una serie di contatti informali e riservati per verificare la disponibilità delle altre forze politiche, in primis la minoranza del PD, a rendere praticabile questo scenario. 
Se ciò accadesse, bisogna prepararsi ad un sostegno corale ad un esecutivo che dovrà gestire una fase estremamente delicata con l'ingresso di uomini di tutti gli schieramenti accomunati da questa mission. Nel 2018, ripristinata la sovranità monetaria, ci si dividerebbe di nuovo per le nuove elezioni legislative, ognuno con il proprio programma ma condividendo un presupposto irrinunciabile: mai più euro! 
Ecco perché, in queste ore, che si intavolino trattative ufficiose e contatti con tutti (anche quelli apparentemente meno indicati) non deve essere considerato un tradimento o un atto di slealtà nei confronti degli elettori ma un atto di responsabilità nei confronti del Paese che, altrimenti, restando a guida renziana con il placet dei tedeschi, è condannato a breve a consegnarsi alla troika. E ciò vale soprattutto per una forza come i 5Stelle che hanno fatto della trasparenza e dell'innovazione gli elementi chiave della loro presenza politica.
Com'è chiaro già in queste ore, i mercati non prendono più sul serio ciò che dice Renzi in merito alle rassicurazioni sul nostro sistema bancario: questo denota che ormai ha perso quel minimo di credibilità che un premier deve sempre mantenere anche nelle circostanze più avverse.  Indispensabile, di conseguenza, la sua sostituzione in corsa, ne va del futuro del Paese!