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domenica 18 marzo 2018

Quella mattina del 16 marzo...



Chissà se sapremo mai la verità sulla strage di via Fani e sull'uccisione di Aldo Moro: da questa preziosa testimonianza se ne deduce che chi possiede le carte e le bobine delle parole di Moro in quei 55 giorni detenga un potere tanto inconfessabile quanto decisivo nel condizionare ancora oggi pesantemente la nostra vita politico-istituzionale, con ripercussioni internazionali tutte ancora assolutamente da definire. 
La verità di comodo che è stata proposta agli Italiani in questi anni, affinché di quella stagione non si parli più, presenta così tante crepe e contraddizioni che la sola cosa di cui ancora oggi si può essere certi è che essa sia stata studiata a tavolino per nasconderne una molto più atroce ma obiettiva e solida, che tuttavia resta impronunciabile perché ritenuta dalla nostra classe dirigente moralmente, politicamente e socialmente insopportabile. 
Tuttavia, questo Paese resterà in una condizione di inferiorità psicologica e di sudditanza internazionale finché non sarà stata fatta una buona volta giustizia di tutto il cumulo di menzogne che ci è stato propinato in tutto questo tempo grazie alla connivenza, se non ad una vera e propria complicità, dei media e dei tanti operatori dell'informazione che, nonostante le numerose acquisizioni probatorie già raggiunte, fingono spudoratamente di non saperne nulla. 
Il vento nuovo che sale dirompente dalle coscienze degli Italiani, come testimonia il voto del 4 marzo, deve trovare una risposta anche attraverso una ricostruzione finalmente attendibile di quei foschi eventi e dei suoi reali inquietanti protagonisti. Non solo a livello giudiziario, ancora estremamente lacunoso al limite dell'aneddotico, ma storico-politico. 

Un senso di grande riconoscenza per l'alto valore civile del loro impegno, va tributato a quanti, come Gero Grassi, spendono le loro energie per afferrare, frammento dopo frammento, mettendo a repentaglio la propria stessa incolumità fisica, una verità che chi ha criminalmente concepito e realizzato ha voluto poi distruggere con pari disumanità e lo stesso furore eversivo.

Un ringraziamento particolare, calorosissimo, va a Claudio Messora ed alla squadra di Byoblu per aver squarciato con un lampo la notte nucleare in cui un potere occulto ci ha condannato da decenni a restare, finché non troveremo il coraggio e l'indignazione giusta per riportare noi stessi e la vita delle nostre Istituzioni alla luce del sole.
Solo così saremo liberi e potremo guardare al futuro della nostra comunità con maggiore fiducia, anche nel segno della lezione che Aldo Moro ci ha lasciati.